Noi, Luce e Primavera

Kilari

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    Ecco a voi la mia seconda fan fiction è molto diversa dalla prima infatti è abientata sette anni dopo che Kilari è diventata un idol quando lei e gli ship hanno circa ventuno anni, che altro posso dirvi se non buona lettura.


    Noi, Luce e Primavera

    Finalmente dopo cinque anni lo rivedrò, sto tornando a casa in Giappone da mio padre, da Baa chan, dalla signorina Kumoi, dal signor Muranishi, da Seiji ma soprattutto sto tornando da lui, il mio Hiroto beh mio non era il termine esatto per definirlo perché per lui sono solo la sua migliore amica e che non sa che in realtà sono innamorata di lui da quando avevo quattordici anni, ora ne ho ventuno e in questi sette lunghi anni il mio amore per lui non è mai diminuito anzi è a dirittura aumentato nonostante i cinque anni di lontananza, già cinque lunghissimi anni passati a studiare canto, ballo e recitazione nella più prestigiosa scuola di New York.
    -Sei felice di tornare in Giappone?
    Mi volto e sorrido dolcemente a lei la mia luce, la mia piccola Hikari, mia figlia ha appena cinque anni e mi somiglia tantissimo sarebbe identica a me se non fosse per i capelli neri come la notte, che molto probabilmente ha ereditato dal padre che purtroppo non conosciamo, ma non ho voglia di rattristarmi pensando a quella notte, anche il carattere è simile al mio solo è più furba e molto meno incline a dare troppa confidenza a chi non conosce ma quando vuole e soprattutto con chi vuole sa essere dolcissima, spesso i suoi modi di fare mi ricordano lui.
    -Sono sicura che ti piacerà, li vivono il nonno, Baa chan, la zia Kumoi, lo zio Muranishi, lo zio Seiji e anche Kame.- le dico scompigliandole i capelli.
    -E conoscerò finalmente anche lo zio Hiroto?- mi domanda, è sempre stata affascinata da lui, anche se fino ad ora l’ha visto solo in foto o in televisione, purtroppo in questi cinque anni ho visto i miei amici solo una volta circa un anno e mezzo, solo Hiroto non è venuto purtroppo in quel periodo la madre si era presa una brutta influenza e poiché il padre era via per lavoro e Nagumo, si trovava fuori città in gita scolastica era stato costretto a rimanere a casa.
    Ricordo ancora la tristezza che m’invase quando mi rivelo che non sarebbe venuto, ricordo che anche lui era molto triste e che gli dispiaceva di non poter conoscere la sua piccola fan.
    -Si, sai anche lui non vede l’ora di conoscerti.
    -Attenzione atterreremo al aereo porto di Tokyo tra dieci minuti. - ci annuncia una hostess.
    -Mamma non è ora di svegliare i belli addormentati nel bosco?- mi domanda indicando Subaru e la gemella che dormono abbracciati nel sedile accanto al nostro insieme a Naa san e al Signor Na.
    Haruka è il mio secondo angelo e come la gemella mi somiglia molto, anche caratterialmente è ingenua, dolce, timida, sensibile e a volte anche moto credulona, per questo Hikari cercava sempre di proteggerla, l’unica cosa che distingue le mie bambine senza sentirle parlare sono il colore dei capelli e degli occhi infatti Haruka ha i capelli castani e gli occhi rossicci che mi ricordano tanto i suoi.
    Mi alzo e mi avvicino velocemente e con dolcezza cerco di svegliare quei pigroni.
    -Haruka, Subaru, Naa san, Signor Na svegliatevi siamo quasi arrivati!
    I primi a svegliarsi sono i due gattini che mi salutano affettuosamente e il Signor Na mi aiuta a svegliare il suo padrone e Haruka mentre Naa san corre da Hikari.
    -Buongiorno pigroni!- esclamò una volta che si sono svegliati –Buongiorno mamma!- mormora la mia piccola stropicciandosi gli occhietti con le manine.
    -Giorno sorellina.- sbadiglia Subaru –Siamo già arrivati?- mi domanda sorridendo con aria assente, so bene che non mi ha seguito solo per aiutarmi ma anche per rivedere lei.
    -Indovinato, atterreremo tra poco.
    -Sentito principessa, siamo arrivati in Giappone.- disse sorridendo alla nipotina
    -Siiii!- urlò allegra mentre Subaru la sedeva al suo posto e le allacciava la cintura.
    Nel frattempo io facevo lo stesso con Hikari, il mio cuore batteva sempre più forte finalmente dopo cinque anni lo avrei rivisto.


    Note di ChibiRoby Il titolo Luce e Primavera si riferisce alle due gemelle infatti in giapponese Hikari vuol dire luce mentre Haruka significa primavera.
    Ps: i personaggi appartengono tutti all'autrice tranne le gemelle che sono di mia proprietà,
     
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    bellissimo *-* non so perchè ma sto facendo delle ipotesi sulla paternità delle bambine XD bravissima roby^^
     
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    Grazie Tany, sai che l'idea mi è venuta mentre ruolavamo
     
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    che bello! il nostro GDR in effetti è un ottima fonte di ispirazione XD
     
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    già ti va di continuare un po?
     
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    bellissimo roby complimenti^^
     
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    sì ora vado a rispondere^^
     
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    Grazie Lory, ecco il secondo e il terzo capitolo


    Finalmente l’aereo attero e dopo aver preso le valigie iniziamo a scendere dal aereo, Haruka afferrò la mano dello zio mentre Hikari prese la mia e dopo essersi scambiate uno sguardo d’intesa indossarono gli occhiali da sole come gli aveva insegnato Tina ovvero con un gesto degno di due vere dive americane.
    Io e mio fratello ci scambiamo un sorriso divertito mentre Naa san e il Signor Na scuotevano la testa divertiti, avranno solo cinque anni ma entrambe sanno già cosa vogliono: diventare due grandi Star di fama mondiale.
    Mentre Subaru recuperava le nostre valigie, mi chiesi se anche Erina sarebbe venuta a prenderci insieme agli altri, poteva sembrare strano che pensasi a lei che da ragazzina aveva fatto di tutto per ostacolare la mia carriera, ma adesso siamo davvero migliori amiche , tutto è iniziato quando due anni fa abbiamo recitato insieme come co protagoniste in un film americano e per colpa di un disguido con l’albergo si era ritrovata sola in un luogo sconosciuto, così l’avevo invitata a vivere con me, Subaru e le gemelle e abbiamo scoperto di avere molto in comune e cosi siamo diventate grandi amiche.
    -Va bene che sono io l’uomo, ma almeno una valigia potresti portarla anche tu sorellina!- mi dice Subaru, gli sorrido e afferro la valigia che mi porge e notò che è la più piccola non che la più leggera, sorrido di nuovo non so cosa farei senza di lui, il mio principe Subaru, in questi anni mi è stato sempre vicino, non mi ha mai lasciato sola e per le gemelle è stato la figura maschile di cui avevano bisogno e gli sono grata per tutto quello che ha fatto per me.
    -Mamma, zio volete muovermi, il nonno mi ha promesso di prepararmi una montagna di Creps!- ci richiama Haruka con un filo di bava alla bocca al solo pensiero dei dolci di papa.
    -Asciugati la bava sorella ingorda! Stiamo per fare il nostro ingresso in Giappone e dobbiamo essere impeccabili per non far fare brutta figura alla mamma!- la rimprovera Hikari.
    Haruka sbuffa mentre si asciuga con la manica della felpa, mentre io me la rido sotto i baffi cercando di non farmi vedere, sono certa che in realtà l’ha sgridata perché vuole assolutamente fare bella figura con Hiroto che è sempre stato il suo idolo e sono certa che abbia una leggera infatuazione per lui, solo a pensarci mi viene da ridere a pensare che oltre ai miei occhi abbia ereditato il mio amore per Hiroto, questa è bella mia figlia di soli cinque anni è anche una mia rivale in amore!
    -Su andiamo. - le incita Subaru divertito.
    -Subito zio!- esclama Haruka iniziando trotterellare felice dietro allo zio, lei invece ha un legame particolare con Subaru, lei stravede per lui e viceversa, no che non voglia bene a Hikari ma con Haruka ha un rapporto diverso.
    Ci avvicinammo all’ingresso e li vidi c’erano tutti: mio padre, Baa chan, la signora Kumoi e il signor Muranishi, Erina, Seiji e persino Hikaru, mancava solo lui.
    Notando la sua assenza mi rattristai un po’ ma duro pochi istanti, perché fui subito distratta da mio padre che strinse me e Subaru in un abbraccio a dir poco stritolante.
    -I miei bambini sono finalmente tornati a casa!- esclamò in lacrime, ci scambiamo un occhiata tra la rassegnazione e l’imbarazzo nonostante avessimo rispettivamente ventuno e ventidue anni continuava ancora a trattarci come due bambini.
    -Papa calmati. - tento di rassicurarlo mentre Subaru gli da leggere pacche sulla schiena, mentre con la coda del occhio noto che le gemelle sono in braccio a Seiji e che mentre Haruka parla animatamente con lui Hikari sta coccolando Kame.
    -E cosi voi siete le famose piccole Tsukishima!- esclama Hikaru una volta finiti i saluti, la osservo attentamente in questi cinque anni è cambiata molto, iniziando dai capelli non sono più corti, adesso le arrivano fin sotto le spalle e non porta più quel buffo codino e anche il suo fisico è cambiato, è molto più adulto e slanciato, ma credo sia normale l’ho lasciata che era poco più che una bambina mentre ora è quasi una donna.
    -Famose?- domanda Haruka confusa mentre Hikari le lancia uno sguardo interrogativo.
    -Si, mi hanno parlato cosi tanto di voi, che non vedevo l’ora di conoscervi! Il mio nome è Hikaru Mizuki.- si presento con un sorriso.
    -Io sono Haruka mentre lei è mia sorella Hikari!- presentò se stessa e la gemella con un sorriso.
    -Piacere.- si limito a rispondere Hikari leggermente distaccata.
    -Scusala Hikaru ma si comporta sempre cosi quando non conosce una persona.- la giustifico.
    -Figurati, non fa niente!- mi risponde sorridendo -Piuttosto questo suo modo di fare mi ricorda qualcuno. - continua pensierosa, Vorrei chiederle di chi sta parlando, ma improvvisamente sento qualcuno chiamarmi, mi volto è vedo che Hiroto mi corre in contro ero sicura che sarebbe venuto sorrido e mi butto letteralmente tra le sue forti braccia, al inizio lo sento irrigidirsi e proprio quando sto per pentirmi del mio gesto mi stringe forte a se, e mentre sento il suo dolce profumo invadermi le narici; finalmente mi sento di nuovo a casa.

    -Mi sei mancata!- mi sussurra, possibile che in questi cinque anni la sua voce sia diventata cosi sexy?
    -Anche tu mi sei mancato. - mormoro beandomi di tutto calore che mi trasmette il suo caldo abbraccio.
    Dopo qualche minuto ci separiamo vedo che il mio angelo mi sta implorando con gli occhi di presentarglielo.
    -Hiroto ti ricordi di Hikari e Haruka?- gli domando.
    -Certo che mi ricordo.- mi dice sorridendo, poi si abbassa in modo da poterle vedere meglio –Siete diventate davvero due splendide signorine.- si complimenta facendogli un occhiolino, entrambe arrossiscono e abbassano lo sguardo imbarazzate, certo che Hiroto sa come trattare con i bambini.
    -Grazie, piacere io sono Haruka mentre lei..- inizia preparandosi a presentare anche la sorella, ma qualcosa mi dice che questa volta non ce ne sarà bisogno.
    -Io invece mi chiamo Hikari, sono felice di poterti finalmente conoscere. - esclama mostrando il suo sorriso più bello e lasciando tutti noi con la poca aperta, Haruka in primis.
    -Non è possibile!- esclama Subaru incredulo.
    -Ma come ha fatto?- domanda Erina stupita.
    -Che vi è preso?- ci chiede Hiroto, probabilmente non capisce il motivo della nostra reazione.
    -Vedi Hiroto, Hikari diversamente da Haruka è molto chiusa, è molto difficile ottenere la sua fiducia.- tento di spiegargli.
    -Infatti, Erina ci ha messo una settimana mentre Seiji quattro giorni.- aggiunge Subaru.
    -Davvero sono la prima persona a cui hai dato subito confidenza?- le domanda, lei annuisce –Allora ne sono onorato, sai tu e tua sorella siete cresciute molto dall’ultima volta che vi ho viste.
    -Ma è la prima volta che noi ti vediamo!- ribatte Haruka curiosa.
    -Infatti, eravate troppo piccole, l’ultima volta che vi ho viste eravate nate da appena due giorni!
    -Due giorni?
    -Si, sapete io ero li quando siete nate.
    Già, lui era lì, al mio fianco, come ogni volta che avevo bisogno lui c’era pensai sorridendo.

    Inizio flashback

    Due ragazzi di appena sedici anni se ne stavano tranquillamente seduti nel grande salotto di una bella casa di New York.
    -Sei sempre la solita ingorda. - la prese in giro Hiroto, sii trovava a New York per lavoro e ne aveva approfittato per andare a trovare l’amica che ormai viveva lì da circa otto mesi.
    -Non sono ingorda, sono incinta e devo mangiare per due!- ribatte Kilari sicura di averla avuta vinta.
    -Tutte scuse, mangiavi per dieci anche quando non lo eri. - disse il moro sorridendo al broncio infantile dipinto sul volto della ragazza.
    Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
    -Ahio che male!- urlò all’improvviso la ragazza.
    -Kilari che hai?- esclamò alzandosi dal divano e avvicinandosi preoccupato.
    -Hiroto è il momento, sto per partorire!- mormoro tra le lacrime, per fortuna il moro non sii fece prendere dal panico e la prese in braccio e uscirono fuori di casa, per fortuna trovarono subito un taxi che li porto velocemente all’ ospedale.
    Kilari era entrata in sala parto già da mezz’ora e per tutto quel tempo Hiroto non aveva fatto altro che passeggiare avanti e indietro davanti alla porta della sala, venendo scambiato per un giovane quasi neo papa che attendeva con ansia la nascita del suo bambino.

    Nel frattempo in sala parto

    -Niente da fare dottoressa, non ce modo di farla calmare!- disse un infermiera alla ginecologa della giovane idol.
    -Purtroppo dovremo intervenire subito e far nascere la piccola con un parto cesareo.
    -No vi prego il cesareo no fa male! Hiroto!- urlò la ragazza terrorizzata.
    -Hiroto?- sussurro la dottoressa collegando il nome al giovane che aveva accompagnato la ragazza in ospedale prima di ordinare all’infermiera di andare a cercarlo.
    L’infermiera torno pochi minuti dopo insieme a un ragazzo di circa sedici anni.
    -Hiroto!- sussurro Kilari illuminandosi, il moro, l’abbraccio dolcemente –Tranquilla, andrà tutto bene, ci sono io con te!- la rassicuro baciandole la fronte, si strinse forte al suo petto e in poco tempo si tranquillizzò.
    -Per la tua fidanzata sei meglio di un calmante Hiroto!- scherzò la dottoressa facendoli arrossire, li aveva scambiati per una coppia.
    Mezz’ora dopo Kilari era sdraiata nella sua stanza d’ospedale, stanca ma anche molto soddisfatta e orgogliosa, aveva dato alla luce due splendide bambine, già doveva essere una e invece erano nate due splendide principesse.
    Hiroto invece era seduto accanto a lei, accarezzandole i lunghi capelli castani, era stanca e sudata ma ai suoi occhi era comunque bellissima.
    -Eccoci piccole, qui ci sono la vostra mamma e il vostro papa!-esclamò un infermiera entrando in camera trasportando la culla con dentro le gemelle, i due arrossirono violentemente li avevano nuovamente scambiati per una coppia ma neanche questa volta non riuscirono a negare perché l’infermiera prese in braccio la piccola dagli occhi rossi e un ciuffo castano e la porse a Kilari, poi prese la bimba dagli occhi azzurri e il ciuffo nero che inizio a singhiozzare, era pronta a piangere, e la porse a Hiroto, appena la neonata fu tra la braccia del giovane smise di piangere e sorrise, era un piccolo sorriso sdentato ma a Hiroto parve lo stesso il sorriso più bello del mondo, non sapeva ancora che quel sorriso era solo l’inizio di un fortissimo legame padre- figlia che sarebbe durato per sempre.
    -Sembra che tu le piaccia molto?- osservo Kilari sorridendo.
    -Cosi sembra e ti assicuro che la cosa è reciproca, hai già deciso come chiamarle?
    -Doveva essere una sola, cosi avevo scelto solo il suo nome Haruka.- disse indicando la piccola che dormiva tranquillamente tra le sue braccia –Perché non scegli tu il suo nome?
    -Va bene. - accettando la proposta, poso lo sguardo sulla piccola, in particolare i suoi occhi che sembravano risplendere di luce propria come le stelle, stelle, luce? Aveva trovato il nome perfetto che concordava anche con quello della madre ~Che, ne dici di Hikari?
    -È un nome stupendo e sembra che le piaccia molto!
    -Allora è deciso il suo nome sarà Hikari!- disse Hiroto ammirando il dolce sorriso di Hikari la bambina dagli occhi brillanti come le stelle.

    Fine flashback



     
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    bellissimo!!!

    SPOILER (click to view)
    è simile alla storia che avevo immaginato per life revolution
     
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    stupendo roby sei bravissima
     
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